Tinata Monteverro :
Un omaggio ai grandi vitigni del Rodano, il Syrah e il Grenache, e la prova dell’eccellente qualità che possono raggiungere nel sud della Toscana. Deciso, ricco di note aromatiche, ma al contempo spiccatamente morbido ed elegante: sono queste le caratteristiche del secondo miglior assemblaggio di Monteverro. Le uve provengono da uno dei loro terreni più vocati, attorno a una sughera secolare a ridosso della macchia, di cui nel vino si ritrovano i tipici aromi di lavanda, rosmarino e timo. L’assemblaggio ottenuto dalle due varietà Grenache – che gli conferisce freschezza ed eleganza – e Syrah – cui deve il sentore fruttato, il vigore e il corpo -, rende questo vino complesso e di grande profondità aromatica un’assoluta rarità nella produzione vinicola toscana.
Informazioni sul Produttore, Monteverro Capalbio :
Monteverro si trova ai piedi del borgo medievale di Capalbio, nella parte più meridionale della Toscana, la Maremma.
La tenuta dista solo 5 chilometri dal mare ed è caratterizzata dalle sue caratteristiche pendenze dal terreno sassoso di argilla rossa. Ma sono anche le persone a rendere Monteverro così unico. La loro autentica passione per il vino impone loro di non scendere a compromessi sulla lavorazione manuale e sulla selezione delle uve durante la vendemmia, per portare finalmente ogni vitigno, ogni terroir e ogni annata alla sua massima espressione, con precisione e adottando tecniche di vinificazione innovative.
La tenuta di Monteverro si estende su tre colline su una superficie di circa 60 ettari, ad un’altezza compresa tra 30 e 80 metri sul livello del mare.
Dai vigneti si può vedere il Mar Tirreno, che garantisce una brezza costante durante tutto l’anno.
A ovest, l’imponente profilo del Monte Argentario sorge all’orizzonte, mentre a sud-est, a una decina di chilometri di distanza, si trova il confine con il Lazio. Arrampicandosi sulle colline, i vigneti lasciano il posto alla “Macchia mediterranea”, la tipica vegetazione composta da numerosi arbusti sempreverdi ed erbe aromatiche tra cui lavanda, ginestra, rosmarino e timo. Questo è anche l’habitat di diverse specie animali, il cui re indiscusso è il cinghiale, ed è proprio a lui che Monteverro deve il suo nome: storicamente “Verro” è la parola con cui in questa regione è indicato il cinghiale, un segno che la boscaglia che circonda la cittadina di Capalbio è sempre stata (ed è tuttora) la dimora di molti cinghiali.
Per consentire alla natura di svilupparsi il più liberamente possibile e promuovere la biodiversità, solo 35 dei 60 ettari totali sono stati coltivati a vigneto, mentre il resto è stato lasciato agli ulivi e, di fatto, alla macchia mediterranea.
Anche guardando alla costruzione della tenuta, ti rendi conto che a Monteverro la natura è la protagonista: l’architettura, intenzionalmente composta da edifici bassi, deve integrarsi il più possibile nel paesaggio e non dominarlo. Una parte della cantina è stata creata all’interno del pendio, per sfruttare la refrigerazione naturale di una struttura sotterranea. Quando hanno costruito la cantina, il loro obiettivo primario era quello di trasformare le uve – e successivamente il vino – nel modo più naturale ed ecologico possibile, sfruttando la forza di gravità: qui l’agricoltura sostenibile, un sacco di lavoro manuale e tecnologie sono integrate insieme in prima linea , al fine di sfruttare appieno il potenziale di qualità che cresce nel vigneto.
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